La sindrome del tunnel carpale è piuttosto frequente ( è la neuropatia periferica più comune ), interessando l’1% della popolazione generale. Capita più frequentemente in età adulta o avanzata, con l’83% di 1215 pazienti studiati oltre i 40 anni, con un’età media di 54 anni. Le donne sono colpite due volte più frequentemente degli uomini.
DEFINIZIONE
La sindrome del tunnel carpale ( intrappolamento del nervo mediano al polso ) è la neuropatia da compressione più frequente nell’arto superiore. Colpisce principalmente donne di mezz’età o in gravidanza. È la condizione per cui si riduce la dimensione dello spazio del canale carpale che a sua volta causa la compressione del nervo mediano, con conseguente parestesia e dolore. Comuni condizioni scatenanti includono tenosinovite degli adiacenti tendini flessori ( trauma da abuso ripetitivo ).
PRINCIPALI SINTOMI CLINICI
I pazienti tipicamente riferiscono un dolore vago che si irradia nella regione tenare. Il dolore può essere riferito anche all’avambraccio prossimale e, occasionalmente, il dolore può estendersi alla spalla. Il dolore è tipicamente accompagnato da parestesia e intorpidimento nella distribuzione del mediano ( pollice e indice, medio e lato radiale dell’anulare o una combinazione di questi ). I pazienti riferiscono che, frequentemente, fanno cadere oggetti, o che non possono aprire barattoli o svitare coperchi. Il dolore e l’intorpidimento sono talvolta peggiorati dalle attività che richiedono movimenti ripetitivi della mano, attività ripetitive o lavori stazionari che si eseguono con il polso trattenuto in flessione o esteso per un lungo periodo, come durante la guida o leggendo. I pazienti si svegliano spesso durante la notte con dolore o intorpidimento e, tipicamente, riferiscono la necessità di sfregare o scuotere la mano per “far tornare la circolazione”. Quando la compressione è severa e presente da tempo, si possono verificare ipoestesia persistente e atrofia tenare.
CAUSE PIÙ FREQUENTI
L'osservazione di diversi casi clinici ha portato all'identificazione di un relazione tra la sindrome del tunnel carpale e determinate situazioni favorevoli. Esse, a volte combinate, riguardano:
- Anomalie anatomiche ( ipertrofia, "polsi stretti" )
- Uso ripetuto e continuo di tastiera del computer
- Prese ripetute di forza o strumenti elettrici vibranti
- Frattura del polso o trauma improvviso
- Lesione da schiacciamento
- Fattori ereditari o di sesso
- Flessio-estensioni del polso ripetute o scorrette
Si pensa inoltre che la flessione o l’estensione prolungata del polso durante il sonno sotto la testa del paziente o il cuscino contribuisca alla prevalenza notturna dei sintomi. Anche le condizioni che influenzano l’equilibrio dei liquidi ( gravidanza, uso di contraccettivi orali, emodialisi ) può predisporre alla sindrome del tunnel carpale. L’associazione con la gravidanza è transitoria e tipicamente si risolve spontaneamente al termine del periodo gestazionale; in ogni caso, il trattamento dovrebbe consistere nell’uso di tutori e di altri trattamenti non chirurgici.
TEST ED ESAMI
Esame obiettivo
Ispezionare la mano alla ricerca di atrofia tenare. Valutare la sensibilità dei nervi mediano e ulnare. La valutazione dell’opposizione del pollice contro resistenza può evidenziare debolezza dei muscoli tenari. Il test di Phalen è il test clinico più utile e si esegue mettendo i polsi in flessione. Dolore e torpore nel territorio del nervo mediano entro i 60 secondi ( spesso anche entro 15 secondi o meno ) sono un segno positivo per sindrome del tunnel carpale. Picchiettare sul nervo mediano al polso può causare formicolio in alcune o tutte le dita nella distribuzione del nervo mediano. La pressione sul nervo mediano al polso per 30 secondi può evocare dolore o parestesie nella distribuzione del mediano. Pazienti con la sindrome del tunnel carpale possono non essere in grado di distinguere due punti di un fermaglio come punti separati quando sono più vicini di 5 mm.
Esami diagnostici
Radiografie del polso dovrebbero essere eseguite se il paziente riferisce una limitazione funzionale del polso. L’esame diagnostico più utile è lo studio della velocità di conduzione del nervo mediano ( ElettroMioGrafia ). Questi studi devono, in ogni caso, essere interpretati con attenzione dal medico specialista. Alcuni pazienti asintomatici presentano già un’alterazione della velocità di conduzione. Dall’altro lato il 5-10% dei pazienti con sindrome del tunnel carpale presenta risultati normali.
TRATTAMENTO
La cura può essere di tipo conservativo o chirurgico.
- CONSERVATIVO
Tutti i pazienti debbono essere sottoposti a un trattamento iniziale conservativo, a meno che il quadro non si presenti acutamente in associazione a un trauma ( frattura ).
Nei casi lievi si può tentare con l’utilizzo di tutori per il polso, FANS secondo prescrizione medica o cortisonici orali. Il tutore dovrebbe essere indossato la notte, almeno, e può essere mantenuto durante il giorno se questo non interferisce con il lavoro o le attività quotidiane del paziente. Se questi tentativi non hanno successo è opportuno chiedere consiglio al medico specialista sul da farsi. Le sindromi del tunnel carpale di origine professionale possono trarre giovamento da modifiche ergonomiche, come l’utilizzo di tastiere o supporti per gli avambracci, regolando l’altezza delle tastiere del computer ed evitando di tenere il polso in posizione flessa ( come per gli igienisti dentali ).
Utile in questi casi anche il trattamento fisioterapico: per portare giovamento a questo tipo di condizione possono essere utilizzate tecniche di terapia manuale, terapia fisica strumentale ed esercizi con percorsi a volte anche intensi utili per poter dare un importante stimolo biologico al tessuto.
- CHIRURGICO
I pazienti con sindrome del tunnel carpale acuta possono riferire dolore al polso invece dei tipici sintomi di ipoestesia e debolezza tenare. In questi casi è opportuno consultare il medico specialista per valutare un Il trattamento chirurgico necessario nei pazienti che presentano atrofia o debolezza dei muscoli tenari o diminuzione della sensibilità e per quelli che presentano sintomi non tollerabili nonostante i trattamenti conservativi.
VALUTAZIONI SPECIALISTICHE
Il fallimento del trattamento conservativo dopo 3/4 mesi richiede un’ulteriore valutazione dal medico specialista.